Alla ricerca di se stessi in Bulgaria: tra infiniti spazi verdi, pullman sgangherati e calici di vino.

MICATUCA è fatta dalle persone e dalle loro storie. Qui Melanie Gervasonii (abbonata di MICATUCA) ci racconta di un suo viaggio speciale in Bulgaria. >>> Mandateci i racconti dei vostri viaggi e delle vostre esperienze culinarie a info@micatuca.com, saremo super felici di pubblicarle nel nostro blog e condividerle con tutti!

“Ma sei fuori di testa?”

Credo che questa sia una delle domande classiche che i genitori fanno quando la loro secondogenita si mette in testa di partire per un viaggio solitario in un paese sconosciuto. Ah, quella secondogenita sono io.

Mi chiamo Melanie e nonostante il nome che di italiano ha gran poco, sono nata e cresciuta in un piccolo paese della provincia bergamasca. Il mio primo viaggio da sola mi porta tra le incantevoli montagne della Bulgaria, paese non propriamente turistico, ma che trova la sua immensa bellezza anche in questo. L’itinerario? Un tortuoso viaggio di 19 giorni tra i centro città di Sofia, Plovdiv, Burgas, Nessebar, Varna e Veliko Tarnovo, fino alle zone meno battute come Melnik, Kazanluk, Kavarna, Ruse e Gabrovo.

Se vi state chiedendo per quale motivo io abbia deciso di recarmi in Bulgaria, sappiate che anche i bulgari se lo sono chiesti.

“Melanie, ma come mai proprio in Bulgaria?”

Il primo a farmi questa domanda è Stefan, un giovane amante della movida che mi ha accolta la sera del mio arrivo e che, dopo una presentazione iniziale, mi ha portata in un viaggio alla scoperta della cultura enogastronomica di questo paese.

Per rispondere alla domanda di Stefan, le principali motivazioni sono queste:

  1. La Bulgaria è raggiungibile con un volo diretto dall’Italia, questo vuol dire biglietti più economici e poche ore di volo.
  2. La Bulgaria è piccina e facilmente percorribile da una città all’altra.
  3. La Bulgaria è davvero economica e per una ragazza di 21 anni alle prese con i primi stipendi le nazioni dell’est Europa sono una manna dal cielo. Ahh, che bei ricordi le cene abbondanti nei mehana a 7 euro…

Sarò sincera con voi: non avevo grandi aspettative. Dopo il cinquantesimo commento sul blog di turno o l’ennesimo video su Youtube di viaggiatori che ti dicono quanto la Bulgaria sia noiosa, di quanto Sofia sia sporca, di quanto le città siano grigie, di quanto siano furbacchioni i bulgari, diventa difficile averne.

Forse per curiosità o per masochismo decido lo stesso di provarci. D’altronde ho pensato di partire da sola alla volta di un altro paese per mettermi alla prova, giusto? E allora mettiamoci alla prova.

Dove ero rimasta? Ah già, sono al tavolo del ristorante con Stefan e lui inizia a ordinare l’impensabile. Parole impronunciabili che ho poi imparato a riconoscere escono dalla sua bocca: shopska salata, ljutenica e altri nomi che la mia mente di neofita della cucina bulgara si è lasciata sfuggire.

Stefan è vegetariano e un vero buongustaio. Se avete paura di mangiare male all’estero perché “la pizza, la pasta e la parmigiana sono insuperabili” sappiate che dovrete ricredervi. Questo paese è una scoperta incredibile boccone dopo boccone, sorso dopo sorso.

La shopska salata è un piatto semplicissimo ma che più di tutti ha saputo portarmi via il cuore: un’insalata a base di pomodori, cetrioli e sirene (un formaggio tipico). È una pietanza che troverete ovunque in Bulgaria e in alcune regioni ve la serviranno con l’aggiunta di peperoni, cipolle e olive nere. La ljutenica, invece, è un condimento a base di peperoni e altre verdure che i bulgari mangiano col pane. Se avete acquistato la terza box di Micatuca avrete l’occasione di assaggiarla anche voi!

Stefan, tra una discussione sui videogiochi e una sui viaggi, mi rifila un calice di vino che contemplo con finta indifferenza. E che sarà mai questo vino bulgaro? Beh, lasciate che ve lo dica: si tratta di un’autentica prelibatezza da provare assolutamente se decidete di recarvi in questo angolo di mondo.

La mia permanenza a Sofia mi porta a scoprire i suoi piatti tipici più da vicino. Decido di partecipare a una lezione di cucina con Nikol, una ragazza del posto che mi accoglie nella sua casa. Si unisce a noi anche Fay, un’americana che ha trovato l’amore proprio in Bulgaria. Insieme prepariamo una cena tradizionale a base di tarator (una freschissima zuppa di yogurt e cetrioli), shopska salata e gyovecheta (una pietanza a base di cipolle, salsiccia e uovo, ma esistono versioni diverse). Nikol porta in tavola anche la rakia fatta in casa, la grappa tipica che i bulgari servono nei bicchierini da shot. Occhio però, la rakia va gustata lentamente: se fatta in casa può raggiungere una gradazione alcolica di 80°.

Tarator, shopska salata, rakia e formaggi bulgari a casa di Nikol.

Nikol ci racconta che ogni ricetta è frutto della sapiente conoscenza della sua carissima nonna. Il lavoro ripaga: la cena è deliziosa e la padrona di casa condivide con noi le ricette in modo da poterle riprodurre anche una volta tornate a casa.

La mia ultima mattina a Sofia comincia con una colazione insieme a Ela, che mi fa sperimentare la vera colazione bulgara: scordatevi brioche e cappuccino, i bulgari iniziano la giornata con una tale quantità di cibo da sembrare un pranzo di Natale!

Si parte dalla banitsa, un prodotto da forno a base di formaggio e verdura (di solito spinaci) che Ela mi serve con due drink: la boza e l’ayryan. Se l’ayryan è abbastanza buono e appetibile anche per un’italiana, essendo a base di yogurt, la boza vi lascerà disgustati: si tratta di una bevanda fermentata acidula a base di cereali. Cerco di non sembrare troppo schifata dal sapore per non offendere Ela, ma lei si limita a ridere divertita e consapevole, perché la boza agli stranieri raramente piace. Dopo una colazione salata, arriviamo al dolce, la mia parte preferita! Assaggio una frittella enorme ricoperta di marmellata di fragole.

Di nuovo in partenza! Destinazione? Melnik, la città più piccola della Bulgaria, vicinissima al confine con la Macedonia del Nord e la Grecia. Il viaggio non è stato semplice. Dalla stazione di Sofia raggiungo Sandanski in attesa del pullman sgangherato che mi avrebbe portata a Melnik. Mentre aspetto faccio amicizia con delle bambine rom, anche loro in attesa alla stazione insieme alla loro giovanissima madre. Finalmente arriva il pullman, troppo piccolo per accoglierci tutti, quindi ci siamo dovuti stringere.

Melnik è un tesoro sperduto che ben pochi bulgari hanno visto. Più che una città sembra uno di quei piccoli paeselli che puoi trovare anche in Italia. Conta solo 300 abitanti! Perché trascorrere la notte qui, vi chiederete? Melnik è un luogo unico per gli amanti del vino, ospita anche un museo dedicato. Si dice che Winston Churchill ordinasse da qui parte della sua scorta di vino. Da buona italiana quale sono non potevo lasciarmela scappare!

Il primo calice di tanti. D’altronde siamo a Melnik!

Viaggiare da soli ha i suoi pro: uno di questi è sicuramente il fatto di riuscire a parlare con molta più facilità con la popolazione locale. Faccio amicizia con il cuoco della guest house che mi ospita e, non appena scopre che sono italiana, i suoi occhi si illuminano e mi fa compagnia per la serata. Non so esattamente per quale motivo i bulgari siano così innamorati dell’Italia e degli italiani. Valli a capire.

Il cuoco, con il suo timido inglese, si offre di riaccompagnarmi alla stazione di Sandanski il giorno dopo con la sua auto. Lo ammetto, ero spaventata. E se mi avesse fatto qualcosa di male durante il tragitto? Ho rischiato parecchio, ma quel signore all’apparenza burbero era probabilmente la persona più gentile di questo mondo e mi ha anche aiutata ad acquistare il biglietto per la prossima destinazione. Quanti avrebbero fatto lo stesso per una semisconosciuta? Non penso lo dimenticherò mai.

Man mano che scrivo mi rendo conto di quante cose potrei raccontare del mio viaggio. Forse troppe per un solo articolo. Gli abitanti che ho conosciuto e gli altri viaggiatori incontrati lungo il cammino, tutti i cibi che ho assaggiato, i luoghi che ho visitato, le avventure (molte) e le disavventure (fortunatamente poche) che ho vissuto.

Raccontare 19 giorni di vita trascorsi in 11 città diverse non è semplice e mi rendo conto che potrei scrivere un libro. Ma in casa Micatuca il cibo e la condivisione sono il fulcro di tutto, per questo voglio consegnarvi un piccolo regalo, i miei must in caso decidiate anche voi di acquistare un biglietto verso questa terra che mi ha portato via anima e cuore.

MUST-TRY
ovvero le pietanze e gli ingredienti da non lasciarsi sfuggire:

  1. Shopska salata | Piatto freschissimo e sempre buono, soprattutto se viaggiate in estate.
  2. Ljutenica | Sarà che adoro i peperoni, ma merita davvero.
  3. Vino bianco | Non partite prevenuti, godetevelo mentre chiacchierate con i locali.
  4. Lokum | Cercate le pasticcerie turche, li hanno di sicuro.
  5. Rakia | Anche solo per il gusto di provarla una volta.

MUST-DO
ovvero le attività che rifarei mille volte:

  1. Tour enogastronomici | Molti bulgari sono disposti a portarvi in giro per la città a provare i piatti locali ed è un modo perfetto per ambientarvi.
  2. Free walking tour | Tour a piedi gratuiti organizzati da no-profit, consigliatissimi quelli di Sofia e Plovdiv, la passione di questi ragazzi vi lascerà un ricordo indimenticabile (info: https://freesofiatour.com/ e http://www.freeplovdivtour.com/).
  3. The New Sofia Pub Crawl | Bulgari e viaggiatori stranieri si trovano tutti insieme per una serata all’insegna della cultura alcolica! I ragazzi che organizzano l’evento vi accompagneranno nei migliori bar e locali di Sofia e avrete l’occasione di conoscere persone da tutto il mondo mentre sorseggiate birra, vino e grappa (info: http://www.thenewsofiapubcrawl.com/).
  4. Kayak | La mia prima volta in kayak, un’emozione indescrivibile! Io mi sono rivolta a Galin e Valya, espertissimi che operano nella zona di Kavarna. Lo so, è una parte abbastanza isolata della Bulgaria, ma ne vale la pena e il tramonto sul Mar Nero in kayak non ha prezzo (info: https://www.facebook.com/seakayakingbulgaria/).

Visita al villaggio di Etar | Situato a 8 km da Gabrovo, questo villaggio promette di lasciarvi senza fiato per la sua bellezza e potrete scoprire molti aspetti della cultura di questo paese (avrete anche la possibilità di acquistare qualche souvenir realizzato da artigiani).

Kayak al tramonto vicino alle coste del Mar Nero, Kavarna.

MUST-VISIT
ovvero le città che non potete assolutamente perdervi:

  1. Sofia | Non particolarmente bella dal punto di vista estetico se non per i suoi parchi e le chiese, ma la quantità di cose da fare e il suo valore storico meritano almeno due giorni pieni di visita.
  2. Plovdiv | Storia, cultura, bellezza, gioventù. Imperdibile il quartiere artistico di Kapana. È stata capitale europea della cultura nel 2019 insieme alla nostra Matera.
  3. Nessebar | Patrimonio dell’Unesco a due passi dal mare. Non troverete niente di simile in nessun altro luogo della Bulgaria. Passateci almeno una notte, non è particolarmente grande. Occhio ai tassisti che cercheranno di farvi pagare 20 leva (10 €) come tariffa base.
  4. Veliko Tarnovo | Alcuni la definiscono la vera capitale della Bulgaria (lo è stata fino al 1879). Paesaggi incantevoli e popolazione cordiale.
  5. Ruse e Gabrovo | Menzione speciale per queste due città che vi consiglio di visitare se avete tanto tempo e voglia di macinarvi qualche ora di auto o pullman. Ruse si trova al confine con la Romania, è una cittadina graziosa conosciuta come la Vienna della Bulgaria. Fatevi una passeggiata lungo il Danubio mentre siete lì. Gabrovo merita una visita per il suo museo interattivo dell’industria, il museo degli scherzi e della satira e per il vicino villaggio di Etar.

MUST-KNOW
ovvero piccole curiosità e altre cose che avrei preferito sapere prima di recarmi in Bulgaria:

  1. Taxi | Costano pochissimo, pagare 0,80 € al km è già tanto (anche nelle grandi città). Tenete conto che vi capiterà di pagare qualcosina in più solo perché siete stranieri.
  2. Amichevoli più o meno | Considerazione puramente personale: ho notato che i bulgari sono generalmente un po’ più scontrosi con gli stranieri nelle zone occidentali, mentre tendono a diventare più amichevoli man mano che vi spostate verso est. Chiaramente non è una regola fissa, ma anche queste piccole differenze rendono il viaggio più interessante.
  3. Cirillico | Sapevate che questa scrittura è stata inventata in Bulgaria e non in Russia come si potrebbe pensare? Parlando di cirillico, non vi farà male imparare a leggerlo, soprattutto se viaggiate con i mezzi pubblici: non troverete scritte in inglese nemmeno nella stazione dei pullman di Sofia. In caso chiedete indicazioni ai passanti, nessuno si è mai rifiutato di aiutarmi.
  4. Gatti | Spero non siate allergici ai gatti perché queste amorevoli palle di pelo sono ovunque in Bulgaria. Non importa se in città o nei paeselli, al mare o in montagna, non girerete mai l’angolo della strada senza incontrarne uno appollaiato sul marciapiede. Se vi piacciono date loro una carezza: sono addomesticati e abituati alle coccole dei bulgari che li amano da morire.
  5. Storia | La Bulgaria proviene da un passato difficile e si sta con fatica riprendendo da una situazione di povertà e disoccupazione che ha portato il paese a perdere un milione di abitanti in pochi anni. Se entrate in confidenza con qualcuno del posto non abbiate paura di chiedere come si viveva prima degli anni ‘90 e la loro opinione sulla trasformazione storica del paese. Nel mio caso ho trovato bulgari felici di come sono andate le cose e altri che invece avrebbero preferito continuare a vivere come all’epoca. Ricordate sempre di essere rispettosi dell’opinione di tutti: mostratevi curiosi, mai giudici.

Grazie Micatuca per avermi dato l’opportunità di scrivere questo articolo. Continuate a seguire il blog!